Bagni di Lucca in provincia di Lucca Toscana
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Comune di Bagni di Lucca

provincia di Lucca

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BAGNI DI LUCCA

Il territorio di Bagni di Lucca, nella Vai di Lima, si estende per 164,65 kmq, per gran parte in zona alto - collinare e montana, sul versante sud dell'Appennino tosco-emiliano. Ha subito nel tempo alcune modifiche dei propri confini, raggiungendo l'assetto attuale nel 1897, quando aggregò la frazione di Fornoli, staccata dal comune di Borgo a Mozzano. Bagni di Lucca, denominata per lungo tempo Bagno a Corsena, fu originariamente abitata da tribù liguri - come è attestato dalla necropoli di Montefegatesi, nell'alta valle del torrente Fegana - e successivamente da coloni romani. Menzionata per la prima volta nella cronaca pisana di Guidone da Corvaia, nel 983 divenne dominio signorile dei Fraolmo. Nel XIII secolo, sotto la diretta giurisdizione lucchese, Bagni di Lucca fu inserita nella vicaria di Val di Lima e quindi suddivisa, all'inizio del XIV secolo, tra questa e la vicaria di Valleriana. Per la grande importanza acquistata dalle terme, già note in epoca medievale e descritte fra gli altri da Montaigne e da Heine, Bagni di Lucca divenne sede estiva di vicariato dal 1446 e permanente dal 1685, raggiungendo maggiore espansione e importanza durante il principato dei Baciocchi. Con il loro successore Carlo Ludovico di Borbone, che a lungo vi soggiornò, aumentarono la mondanità e il cosmopolitismo della stazione termale, meta di nobili, letterati e artisti. Durante la lotta di Liberazione, Bagni di Lucca fu teatro di una tenace Resistenza e dovette sopportare da parte dei tedeschi stragi e rappresaglie, come quella messa in atto, nel luglio del 1944, contro la frazione di Montefegatesi, che si concluse con il triste bilancio di alcuni morti tra i partigiani e di circa novanta persone deportate. Nello stesso mese, in località Ponte a Serraglio, i tedeschi catturavano e uccidevano barbaramente tredici partigiani. Nel passato l'economia di Bagni di Lucca è stata prevalentemente incentrata sullo sfruttamento delle risorse del bosco (castagne, legname) e sulla pastorizia, con un considerevole movimento migratorio verso la Maremma. Già sviluppati, nel corso dell'Ottocento, erano il turismo estivo e l'industria, che annoverava cartiere, mulini, gualchiere e tintorie. A tutt'oggi il settore secondario e il terziario mostrano, in termini di occupati, una consistenza analoga. Le attività industriali si fondano su alcune cartiere, piccole aziende metalmeccaniche e un nutrito gruppo di fabbriche di statue e statuette, cornici e specchiere, articoli da regalo e soprammobili. Il terziario, oltre che dal collegamento con le produzioni locali, trae alimento dalle presenze turistiche richiamate dalla sorgente termale. L'agricoltura, alla quale si dedica meno del 5% della popolazione attiva, dà soprattutto uva da vino, olio e prodotti ortofrutticoli, mentre si è notevolmente sviluppato l'allevamento degli ovini e dei caprini. La popolazione del territorio comunale ammonta a 7.336 unità nel 1991, con una densità di 45 per kmq. Nel passato il numero degli abitanti era salito da 7.567 nel 1745 a 9.717 nel 1830, quindi a 10.828 nel 1881 e a 11.568 nel 1936. Rimasta stabile con 11.567 unità nel 1951, negli ultimi decenni la popolazione ha subito una flessione, facendo registrare 9.391 residenti nel 1961, 8.153 nel 1971 e 8.060 nel 1981.

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